Tutti noi abbiamo una idea su cosa sia la società, questo apprendimento ha inizio con la nostra nascita e si prolunga durante tutta la nostra vita, quindi ognuno dispone di un sapere su come vanno le cose nel mondo dei rapporti sociale grazie alla nostra esperienza.
Oltre alla nostra esperienza personale, spesso facciamo affidamento anche all'esperienza degli altri, il "sentito dire" che però prima di arrivare a noi subisce una serie di deformazioni che non possiamo controllare.
Il senso comune della sociologia offre una superficiale spiegazione dei fenomeni sociali, in modo semplice e astratto, la sociologia invece come scienza sociale ha degli strumenti per riuscire ad andare oltre a questa concezioni popolare della società, grazie a questi strumenti la sociologia riesce a formulare su base tecnica una serie di teorie riguardanti la società, le quali però sono provvisorie quindi sono soggette a critiche e a revisioni.
Come abbiamo intuito, l'oggetto della sociologia è la società, questo termine ha tantissimi significa e può essere utilizzato in molti contesti, la società studiata dalla sociologia è quella nata a metà del XIX secolo con la nascita dello Stato Nazionale Moderno in seguito alle 3 grandi rivoluzioni storiche:
a) Scientifica - Verso la fine del XVIII comincia a diffondersi l'idea di estendere il metodo scientifico anche allo studio dell'uomo, della società e dei rapporto, contribuendo a fare della scienza la via maestra alla conoscenza del mondo.
b) Industriale - Le trasformazioni che stavano avvenendo in Inghilterra portarono gli studioso a cercare di interpretare questi cambiamenti in modo da cogliere le interdipendenze tra i vari gruppi coinvolti, legati dal mercato e dallo scambio, vedevano come questi cambiamenti minacciassero di travolgere l'assetto sociale, politico e morale dominante fino a quel momento.
c) Francese - Rivoluzione che finì per travolgere tutti gli assetti tradizionali provocando drastici cambiamenti all'interno della società.
a) Gerarchico: Comte - Sosteneva che considerando che la sociologia fosse nata per ultimo, essa occuperebbe la posizione più elevata nella gerarchia delle scienze. Attualmente però la sociologia non pretende di essere la più importante tra le scienze ma si conforma con l'essere ammessa nella famiglia delle altre scienze.
b) Residuale: Runciman - Sosteneva che era oggetto della sociologia tutto quello che non era oppure che non era ancora oggetto delle altre scienze, oppure quello che era tropo contemporanea per essere considerato storia. Questa sua teoria ironica non permetteva però di delineare un confine tra le scienze.
c) Analitica: Simmel - Riteneva che la sociologia avesse una visione analitica della società pertanto capace di studiare e di analizzare i fenomeni interni alla società stessa come rapporti di dominio, conflittualità. divisione del lavoro ecc.
Lo studioso Kuhn elaborò ciò che chiamiamo un paradigma Scientifico, cioè quando al'interno di una comunità scientifica si raggiunge un quasi unanime accordo tra gli studiosi, questo corrisponde alla fase di scienza normale, che si contrappone alla fase di rivoluzione scientifica, momento nel quale viene presentato un nuovo paradigma volto a sostituire il paradigma precedente.
Questo paradigma scientifico non può essere applicato alla Sociologia, la quale spesso si trova davanti ad una serie di paradigmi:
- Paradigma dell'Ordine: All'inizio era una convinzione molto diffusa che l'ordine sociale fosse mantenuto da una forza trascendentale, come la mano invisibile di Smith oppure da un diritto di natura, come l'individuo di Hobbes. Con il tempo gli studioso abbandonarono questa teoria ritenendo doveroso cercare all'interno della struttura della società stessa i fenomeni che garantissero l'ordine sociale.
- Paradigma del Conflitto : Marx – Riteneva che ogni rapporto nella società era basato sulla sfera dei beni e sulla loro produzione, quindi un rapporto tra schiavo e padrone, tra salariato e capitalista. Nel Manifesto del Partito Comunista del 1848 lui afferma che la storia fino a questo momento era una storia di lotta di classe e questo conflitto era il motore del mutamento sociale, poi ogni sistema sociale produce delle forze destinate a negarla e a superarla.
Weber – Per lui la classe non era l’unica struttura intorno alla quale si organizzano gli interessi in conflitto, esse nascono dalla contrapposizione di interessi, ma la sfera economica non l’unica nella quale si forma il conflitto, poi esistono altre sfere come quella politica, religiosa, e quindi i conflitti che avvengono in una di queste sfere, hanno effetti anche nelle altre sfere quindi la società è caratterizzata dal conflitto naturale ma non conduce alla disgregazione della società, ma alla creazione di strutture istituzionali o ordinamenti sociali che esprimono i rapporti di forza che si sono provvisoriamente consolidati e che fino a che non vengono messe in discussione svolgono la funzione di regolazione dei conflitti. La differenza tra Marx e Weber è che mentre nel primo questo conflitto può cessare con l’avvento del comunismo, per Weber il conflitto non ha una fine, poi la società avrà sempre un conflitto, che sarà regolato in successione dalle istituzioni
- Paradigma della Struttura: Dove per analizzare i fenomeni sociali occorreva studiare la società, quindi partendo dal macro per arrivare al micro. Ogni individuo nasce all'interno di una definita società quindi cresce, adotta valori, ideali della società di appartenenza, quindi la sua libertà è confinata dalla società. la quale è in grado di influire sul suo comportamento.
Interessante riprendere la Teoria del Ruolo, una serie di comportamenti che spettano agli individui in base alla posizione che occupano all'interno della società i quali sono dei semplici burattini della società che li orienta.
- Paradigma dell'Azione: Max Weber ritiene che per capire la società occorre studiare gli individui, infatti gli uomini sono pienamente razionali e quindi capaci di adottare precisi comportamenti che non avranno nulla a che fare con la società - Tipi Ideali : a) Razionalità Rispetto al Valore b) Razionalità Rispetto allo Scopo
Infine nonostante questa razionalità alcune volte occorre osservare anche gli effetti non intenzionali dell'individuo, poi spesso ci sono delle conseguenza diverse da quelle sperate che portano alla nascita di istituzioni che non intendevano creare, basta pensare alla nascita spontanea del mercato.
Oltre alla nostra esperienza personale, spesso facciamo affidamento anche all'esperienza degli altri, il "sentito dire" che però prima di arrivare a noi subisce una serie di deformazioni che non possiamo controllare.
La domanda è come facciamo a capire la società, la quale va oltre la nostra esperienza già che esiste da molto prima di noi?
Il senso comune della sociologia offre una superficiale spiegazione dei fenomeni sociali, in modo semplice e astratto, la sociologia invece come scienza sociale ha degli strumenti per riuscire ad andare oltre a questa concezioni popolare della società, grazie a questi strumenti la sociologia riesce a formulare su base tecnica una serie di teorie riguardanti la società, le quali però sono provvisorie quindi sono soggette a critiche e a revisioni.
OGGETTO DELLA SOCIOLOGIA
Come abbiamo intuito, l'oggetto della sociologia è la società, questo termine ha tantissimi significa e può essere utilizzato in molti contesti, la società studiata dalla sociologia è quella nata a metà del XIX secolo con la nascita dello Stato Nazionale Moderno in seguito alle 3 grandi rivoluzioni storiche:
a) Scientifica - Verso la fine del XVIII comincia a diffondersi l'idea di estendere il metodo scientifico anche allo studio dell'uomo, della società e dei rapporto, contribuendo a fare della scienza la via maestra alla conoscenza del mondo.
b) Industriale - Le trasformazioni che stavano avvenendo in Inghilterra portarono gli studioso a cercare di interpretare questi cambiamenti in modo da cogliere le interdipendenze tra i vari gruppi coinvolti, legati dal mercato e dallo scambio, vedevano come questi cambiamenti minacciassero di travolgere l'assetto sociale, politico e morale dominante fino a quel momento.
c) Francese - Rivoluzione che finì per travolgere tutti gli assetti tradizionali provocando drastici cambiamenti all'interno della società.
RAPPORTO TRA SOCIOLOGIA E LE ALTRE SCIENZE
a) Gerarchico: Comte - Sosteneva che considerando che la sociologia fosse nata per ultimo, essa occuperebbe la posizione più elevata nella gerarchia delle scienze. Attualmente però la sociologia non pretende di essere la più importante tra le scienze ma si conforma con l'essere ammessa nella famiglia delle altre scienze.
b) Residuale: Runciman - Sosteneva che era oggetto della sociologia tutto quello che non era oppure che non era ancora oggetto delle altre scienze, oppure quello che era tropo contemporanea per essere considerato storia. Questa sua teoria ironica non permetteva però di delineare un confine tra le scienze.
c) Analitica: Simmel - Riteneva che la sociologia avesse una visione analitica della società pertanto capace di studiare e di analizzare i fenomeni interni alla società stessa come rapporti di dominio, conflittualità. divisione del lavoro ecc.
PARADIGMI
Lo studioso Kuhn elaborò ciò che chiamiamo un paradigma Scientifico, cioè quando al'interno di una comunità scientifica si raggiunge un quasi unanime accordo tra gli studiosi, questo corrisponde alla fase di scienza normale, che si contrappone alla fase di rivoluzione scientifica, momento nel quale viene presentato un nuovo paradigma volto a sostituire il paradigma precedente.
Questo paradigma scientifico non può essere applicato alla Sociologia, la quale spesso si trova davanti ad una serie di paradigmi:
- Paradigma dell'Ordine: All'inizio era una convinzione molto diffusa che l'ordine sociale fosse mantenuto da una forza trascendentale, come la mano invisibile di Smith oppure da un diritto di natura, come l'individuo di Hobbes. Con il tempo gli studioso abbandonarono questa teoria ritenendo doveroso cercare all'interno della struttura della società stessa i fenomeni che garantissero l'ordine sociale.
- Paradigma del Conflitto : Marx – Riteneva che ogni rapporto nella società era basato sulla sfera dei beni e sulla loro produzione, quindi un rapporto tra schiavo e padrone, tra salariato e capitalista. Nel Manifesto del Partito Comunista del 1848 lui afferma che la storia fino a questo momento era una storia di lotta di classe e questo conflitto era il motore del mutamento sociale, poi ogni sistema sociale produce delle forze destinate a negarla e a superarla.
Weber – Per lui la classe non era l’unica struttura intorno alla quale si organizzano gli interessi in conflitto, esse nascono dalla contrapposizione di interessi, ma la sfera economica non l’unica nella quale si forma il conflitto, poi esistono altre sfere come quella politica, religiosa, e quindi i conflitti che avvengono in una di queste sfere, hanno effetti anche nelle altre sfere quindi la società è caratterizzata dal conflitto naturale ma non conduce alla disgregazione della società, ma alla creazione di strutture istituzionali o ordinamenti sociali che esprimono i rapporti di forza che si sono provvisoriamente consolidati e che fino a che non vengono messe in discussione svolgono la funzione di regolazione dei conflitti. La differenza tra Marx e Weber è che mentre nel primo questo conflitto può cessare con l’avvento del comunismo, per Weber il conflitto non ha una fine, poi la società avrà sempre un conflitto, che sarà regolato in successione dalle istituzioni
- Paradigma della Struttura: Dove per analizzare i fenomeni sociali occorreva studiare la società, quindi partendo dal macro per arrivare al micro. Ogni individuo nasce all'interno di una definita società quindi cresce, adotta valori, ideali della società di appartenenza, quindi la sua libertà è confinata dalla società. la quale è in grado di influire sul suo comportamento.
Interessante riprendere la Teoria del Ruolo, una serie di comportamenti che spettano agli individui in base alla posizione che occupano all'interno della società i quali sono dei semplici burattini della società che li orienta.
- Paradigma dell'Azione: Max Weber ritiene che per capire la società occorre studiare gli individui, infatti gli uomini sono pienamente razionali e quindi capaci di adottare precisi comportamenti che non avranno nulla a che fare con la società - Tipi Ideali : a) Razionalità Rispetto al Valore b) Razionalità Rispetto allo Scopo
Infine nonostante questa razionalità alcune volte occorre osservare anche gli effetti non intenzionali dell'individuo, poi spesso ci sono delle conseguenza diverse da quelle sperate che portano alla nascita di istituzioni che non intendevano creare, basta pensare alla nascita spontanea del mercato.
Commenti
Posta un commento