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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Allontanamento dello straniero nel diritto comunitario

 Innanzitutto vanno distinti due elementi: - Allontanamento - Respingimento alla fronteira  SOGGIORNO DI DURATA INFERIORE A TRE MESI Un cittadino straniero, pur disponendo di tutti i requisiti per l'ammissione può essere respinto alla frontiera qualora: 1. Costituisca una minaccia alla sicurezza nazionale e all'ordine pubblico 2. Abbia il proprio nominativo nel SIS: in questo caso dobbiamo ricordare che l'art 96 del CAAS riconosce il diritto ad ogni Stato membro di inserire il nominativo del cittadino terzo per la non ammissione, di conseguenza ogni Stato membro deve procedere con l'allontanamento. Questa decisione tuttavia avviene su base discrezionale dello Stato, il che finisce per originare un quadro poco garantista. "L’art. 96 della CAAS disciplina la categoria di segnalazione nel SIS rilevante nella fattispecie, vale a dire la non ammissione: «1.      I dati relativi agli stranieri segnalati ai fini della non ammissione sono inseriti in base ad una segnalazio

Allontanamento dello straniero nel diritto internazionale

 Lo Stato gode di discrezionalità in materia di ammissione degli stranieri, essa però è circoscritta da alcuni elementi:   - Principio di non refoulement: Vieta il trasporto fisico dello straniero verso un territorio dove la sua vita e sicurezza siano minacciate. Questo principio prende forma in ambito della protezione dei rifugiati e attualmente il miglior strumento in materia è la Convenzione di Ginevra. "L' articolo 33  della  Convenzione di Ginevra  impone il divieto  di  «espellere o respingere (refouler), in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini  di  territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate" -  Divieto di espulsioni collettive:  In quanto non considera i singoli casi, identità e situazioni. Viene riconfermato dall'art. 4 protocollo 4 CEDU che vieta le operazioni di intercettazione in alto mare e riconduzione forzata. Esistono inoltre dei trattati che riguardano invece gli stranieri regolarmente soggiornanti all'interno del te

Controllo delle frontiere

NEL DIRITTO INTERNAZIONALE  Salvo i casi previsti dalla legge e dalle consuetudini internazionali, lo Stato gode di discrezionalità in materia di ammissione degli stranieri, per cui viene riconosciuta la facoltà di istituire postazioni fisse di controllo lungo le principali vie di comunicazione e di erigere strutture fisiche volte a impedire l'ingresso incontrollato. In linea di principio i controlli si svolgono nei confini politici dello Stato, ovviamente questo non sempre è possibile, da qui la tendenza alla dissociazione spaziale tra l'attraversamento delle frontiere e effettivo controllo. Inoltre, gli Stati di destinazione dei flussi migratori sopratutto irregolari spesso svolgono operazioni di controllo, sorveglianza, repressione e prevenzione all'origine in ciò che chiamiamo esternalizzazione dei  controlli delle frontiere all'origine attraverso: 1. Attività semplici  - emissioni di visti - interviste 2. Tecniche sviluppate - attraverso il controllo delle guardie

Ammissione dello Straniero

Lo Stato gode di discrezionalità in materia di ammissione degli stranieri, essa però è circoscritta da una serie di norme e consuetudini internazionali, che fanno con che, in determinati casi lo Stato sia obbligato ad ammettere al proprio interno - seppur temporaneamente - lo straniero. Vediamo alcuni casi: 1. Lo Stato pur non mettendo in discussione la sovranità e discrezionalità di uno Stato terzo, può pretendere che essa si concretizzi in una precisa normativa interna in materia di ammissione di stranieri, in modo da impedire che tale discrezionalità non diventi arbitrarietà.    Qualora le sue pretese rimangano inascoltate, lo Stato potrà valutare se esercitare la protezione diplomatica o meno nei confronti del proprio cittadino. 2. Divieto di complicità dell'illecito altrui, in questi casi vanno valutati due elementi: - Lo Stato A commette un illecito all'interno del proprio territorio, costringendo un gruppo di persone a cercare rifugio all'estero - Lo Stato B adotta

Cittadinanza agli stranieri

Diritto dell'immigrazione è un corpus operandi normativo che tratta gli straniero, cioè coloro che in base alla legislazione nazionale non vengono considerati cittadini dello Stato, in Italia ad esempio sono tutti coloro che non possiedono la cittadinanza italiana. Il concetto di cittadinanza corrisponde ad un vincolo di diritto pubblico tra individuo e Stato, dove il primo è legato al secondo da una serie di diritto e doveri. Diverso è il concetto di nazionalità che riguarda invece l'appartenenza dell'individuo ad una comunità -nazione - unita da legami etnici, sociali e linguistici. La Corte Permanente di Giustizia Internazionale nel parere consultivo riguardo la materia di cittadinanza in Tunisia e Marocco ha stabilito che "la materia di cittadinanza rientra nel dominio riservato dello Stato, pertanto spetta allo Stato stesso definire chi siano i suoi cittadini." Attualmente i criteri piò diffusi sono: a. Ius Sanguinis - E' cittadino dello Stato il figlio/a