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Eta' Napoleonica

La II Coalizione era iniziata a disgregarsi ancor prima della presa del potere da parte di Napoleone, presto l'Austria venne attaccata a partire dalla Svizzera dalle truppe del generale Moreau mentre Napoleone attraversava le Alpi, costringendoli alla resa e alla conclusione della Pace di Luneville.

Successivamente anche l'Inghilterra concluse un accordo, la Pace di Amiéns con la quale la Francia rinunciava all'Egitto mentre conservava le sue altre conquiste.

In Europa ora finalmente regnava la pace, ma affinché tutto tornasse come prima era fondamentale che Napoleone ripristinasse la vecchia e legittima dinastia sul trono di Francia, lui però aveva ben altri progetti, era infatti intenzionato a consolidare il proprio potere personale non attraverso la legittimazione divina, dalla legge o dalla tradizione ma dall'adesione popolare, dunque ricorreva ai c.d plebisciti con i quali si rivolgeva direttamente alla popolazione.

Quando il Senato, in segno di gratitudine, propose di allungare di 10 anni il potere di Napoleone, lui si rifiutò e attraverso un plebiscito chiese al popolo di proclamarlo console a vita.


Sapeva che il suo potere era fragile, dunque era necessario rafforzarlo e consolidarlo così attraverso un nuovo senatoconsulto viene proclamato Imperatore dei francesi stabilendo l'ereditarietà della famiglia Bonaparte al trono, successivamente fece venire da Roma il Pontefice che con la sua autorità consacrò la sua incoronazione, episodio visto dai legittimisti come un usurpazione.

Nel frattempo, l'Inghilterra che non aveva mai digerito i termini della Pace di Amiéns, decise di non adempiere una delle sue clausole, quella che prevedeva il ritiro delle truppe inglesi da Malta, riaccendendo le ostilità.

Napoleone non era intenzionato a tirarsi indietro per cui passò tutto l'anno successivo accumulando risorse, addestrando le sue truppe e pianificando una strategia che gli consentisse di invadere l'Inghilterra, tuttavia la loro superiorità navale, tenacia e determinazione lo costrinsero a rivolgere la sua attenzione verso l'Europa Centrale.


NAPOLEONE E LA CHIESA

Con la Rivoluzione i rapporti tra Francia e Chiesa ne uscirono deteriorati in quanto quest'ultima perse la proprie supremazia a causa dell'esproprio dei propri beni e proprietà, Napoleone era disposto a ricucire questi legami in quanto non poteva rimanere indifferente davanti ad una porzione non irrilevante dell'opinione pubblica moderata e tra 1800 e 1801 trovarono un accordo.


Il testo del Concordato prevedeva:

1. Religione cattolica era la religione della maggioranza dei francesi

2. Il clero costituzionale e refrattario erano sostituti da vescovi nominati da Napoleone e consacrati dal Pontefice

3. L'esproprio dei beni e delle proprietà della chiesa erano ratificati a Roma

Il problema è che il testo doveva essere approvato dall'Assemblea composta a maggioranza dai repubblicani a e quindi fortemente anticlericale, per cui fu necessario introdurre un emendamento che prevedeva "tutti i privilegi riconosciuti alla Chiesa cattolica dovevano essere riconosciuti anche ai protestanti", sottolinenando dunque la laicità dello Stato


CODICE CIVILE

La Rivoluzione aveva stravolto il patrimonio legislativo francese, ma non era mai stato codificato, Napoleone allora affidò ad una serie di giuristi il compito di sintetizzazione legislativa.

Il codice civile napoleonico era ambiguo, da un altro sottolineava l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e dunque la scomparsa dell'aristocrazia e nobiltà ma dall'altro riconosceva una serie di privilegi a quelle stesse categorie, già fortemente provate dalla rivoluzione.

Suo punto di forza tuttavia era la centralità dello Stato cui interessi dovevano prevalere su ogni cosa, ad esempio il diritto di proprietà poteva essere limitato - esproprio - qualora in contrasto con l'utilità generale.




IMPERO

La Francia preoccupava le potenze europee le quali formarono la III Coalizione che però venne sconfitta:

- Austria venne attaccata in Baviera

- Le truppe austriache e prussiane furono investite e nonostante la superiorità numerica, sconfitte nella Battaglia di Austerlitz.

La battaglia di Austerlitz è anche nota come Battaglia dei tre imperatori per la presenza di 3 imperatori contemporaneamente sul campo, Napoleone, Alessandro I di Russia e Francesco II del Sacro Romano Impero Germanico.

- Solo l'Inghilterra ottenne la vittoria Battaglia di Trafalgar, dove perse la vita l'ammiraglio Nelson, ma che ha permesso ai britannici di consolidare la loro supremazia sui mari.


A questa sconfitta reagì la Russia, la quale era considerata e si considerava imbattibile, dunque si offrì di liberare l'Europa dalla minaccia francese, ma la IV Coalizione venne sconfitta.

Venne concluso un accordo tra i due Imperatori, tuttavia l'accordo era privo di qualsiasi fondamento economico, politico o sociale ma guidato semplicemente dalle ambizioni personali, sogni di megalomania e reciproca ammirazione, dunque destinato a frammentarsi cinque anni dopo ma che ora segnava l'egemonia francese sul continente.

Inghilterra e Austria cercarono di dar vita alla V Coalizione ma quest'ultima venne sconfitta e Vienna occupata.

Napoleone realizzava suo sogno: isolava l'Inghilterra e assoggettava l'Europa ad una nuova dinastia conquistatrice, la sua.

BLOCCO CONTINENTALE

Francia e Inghilterra sembravano imbattibili, dunque decisero di dar vita ad una guerra finanziaria volta a colpire e strangolare le rispettive economie.

L'Inghilterra dichiarò la Francia in stato di blocco: tutte le navi francesi e dei suoi alleati erano intercettati, la Francia reagì impedendo l'ingresso agli inglesi.

Il problema era che le merci continuavano ad essere commercializzate dalle navi neutrali, dunque l'Inghilterra decise di intercettarle in alto mare, suscitando una loro reazione. Diedero vita alla lega dei neutrali per la libertà di navigazione e commercio - Trattato di Tilsit - al quale l'Inghilterra reagì inasprendo le sanzioni e bombardando Copenhagen.

Fu allora che la Francia dichiarò il blocco continentale: tutte le navi inglesi erano intercettate, tutta la corrispondenza da e per l'Inghilterra e tutta la merce coloniale erano sequestrate, tutti i cittadini britannici erano arrestati e tutte le navi che avessero fatto scalo in un porto inglese sarebbero state interdette dai porti commerciali. L'Inghilterra reagì' sancendo che le navi che intendessero commercializzare con la Francia avrebbero dovuto far scalo in un porto inglese.

Ma affinché il blocco continentale funzionasse era necessario che esso fosse totale, ciò però richiedeva un dispiegamento sei risorse economiche e militari senza precedenti, per cui Napoleone decise di riprendere l'avventura imperiale.

CAMPAGNA IN RUSSIA

La Russia non aveva niente da guadagnare né dal blocco continentale né tantomeno da un alleanza con la Francia.

La Francia invece riteneva che la Russia costituisse l'ultimo Stato europeo in grado di dialogare e commercializzare con l'Inghilterra dunque decise di occuparla.

"La “Grande Armée”, dopo aver superato il fiume Neman, si ritrova di fronte ad un paesaggio desolato, senza la minima ombra dell’esercito russo. La strategia di Alessandro I è già in atto: evitare lo scontro diretto con i francesi, senza disdegnare, almeno in questa prima fase, di trovare una risoluzione pacifica allo scontro. Cosa che porta Napoleone a credere che i russi siano terrorizzati da lui, e questo comporta il rifiuto di qualsiasi trattativa pacifica da parte francese.
Non essendoci traccia dell’esercito russo, Napoleone continua ad avanzare con parte del suo esercito (altri due distaccamenti avanzano separati dai reparti di dell’imperatore francese) e nel mentre cerca di destabilizzare il territorio nemico con la propaganda: promette ai contadini russi l’eliminazione della schiavitù, essendo loro castigati ad ogni disapprovazione nei confronti della classe elitaria. La tattica non ha successo, poiché il popolo russo, tanto legato alla propria terra, vede in Napoleone un invasore, al pari dei tatari che invasero la Russia seminando distruzione secoli addietro.

Le difficoltà accentuano sin dal passaggio del Neman: la pioggia incessante, il caldo, le malattie, la dissenteria, le diserzioni e in più la tattica della “terra bruciata” adottata dai russi, non permette ai francesi un adeguato approvvigionamento di viveri, tant’è che manca persino il foraggio per gli animali, portando questi alla morte con conseguente ridimensionamento dei reparti di cavalleria e artiglieria.

Dopo Smolensk, Napoleone sceglie di dirigersi verso Mosca, ma a sbarrargli la strada vi è Kutuzov che lo attende, insieme a Barclay e Bagration, nei pressi del villaggio di Borodino, a 125 km da Mosca. La scelta del campo da parte russa non è casuale, perché Alessandro I vuole preservare l’integrità della sua capitale evitando un assedio e così una seconda Smolensk.

Il 14 settembre Napoleone entra a Mosca, trovandola vuota e disordinata. Si calcola che siano rimasti in città solamente 10.000 – 30.000 moscoviti, quindi più di 200.000 russi lasciano la città [7]. Oltre a questa desolazione, si aggiungono due problemi: il primo consiste negli incendi appiccati che creano non pochi problemi logistici all’esercito francese. Il secondo problema che sopraggiunge è di ordine militare, poiché molti soldati della Grande Armée cominciano a non mantenere più la disciplina, cosa a cui Napoleone tiene molto dato che la reputa fondamentale per mantenere un esercito integro ed efficiente.

I francesi sono costretti alla ritirata: ad aggravare la disfatta russa sono le notizie che giungono dalla Francia: Napoleone viene a conoscenza del fatto che a Parigi il generale Malet ha tentato un colpo di Stato per rovesciarlo, diffondendo la notizia della sua morte. E’ il 5 dicembre quando Napoleone decide di lasciare parte dell’esercito per velocizzare il suo ritorno a Parigi ed evitare così di essere spodestato

La campagna fu un vero disastro che portò alla morte più di 500.000 uomini."

Questa sconfitta mise in evidenza le difficoltà stesse dell'Impero, approfittando delle difficoltà dei francesi si costituì la VI Coalizione composta da Inghilterra, Austria, Spagna, Svezia, Russia e Prussia che nella Battaglia di Lipsia inflisse una sconfitta all'esercito napoleonico, e la Francia venne occupata.

Napoleone fu mandato in esilio presso l'isola d'Elba, mentre venne affidato al legittimo l'erede dei Borboni.

Napoleone non aveva le risorse economiche per dar vita ad un  governo nel suo piccolissimo isolotto, ma a riaccendere le speranze furono le notizie che giungevano dalla Francia circa le difficoltà dei Borboni di ripristinare il prestigio della casa monarchica.

Lui allora, raduno un migliaio di uomini, riuscì ad illudere i controlli della flotta britannica e sbarcò in Francia, entrando trionfalmente a Parigi dove prese il potere.




Ha inizio i 100 giorni del miraggio del riscatto imperiale: 

1. Venne approvata una nuova costituzione liberale 

2. Napoleone dichiarò di voler governare in pace, dunque era disposto a rispondere ad ogni offesa da parte della VII Coalizione che nel frattempo si era costituita.


Quando però cercò di impedire il congiungimento delle truppe austriache con le truppe anglo-prussiane in Belgio, venne definitivamente sconfitto nella Battaglia di Waterloo e questa volta fu mandato in esilio nell'Isola di Sant'Elena dove 6 anni dopo morì.



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