Lui non parte dal ragionamento classico, cioè raccontare come sono fatti gli individui per spiegare come nascono le società, la sua riflessione mette direttamente al centro del suo pensiero la società, concreta e storica, cercando di analizzarle e studiarle - metodo storico comparativo.
SPIRITO DELLE LEGGI 1748
L'obiettivo è quello di sistemare, osservare, analizzare e catalogare fenomeni, per poi applicarli alla società, era convinto che le società fossero moltissime e che quindi bisognava classificarle in modo da riuscire a studiarle al meglio. La sua intenzione era mettere in luce il processo di decadenza, decadance, che prima o poi colpisce ogni società nel mondo.
Ogni società è esposta alla decadenza, con chiaro riferimento alla la monarchia francese del suo tempo, e quindi per spiegare e capire al meglio i motivi di tale crisi, occorreva capire innanzitutto come la società funziona.
Lui è convinto che le leggi siano tra loro connesse in un sistema inizia a trattare le leggi sociali le quali sono relative, ossia ogni luogo ha le sue proprie leggi legate alle particolari caratteristiche di ogni società come economia, dimensione, religione ecc.
Le leggi devono essere buone leggi e devono essere applicate ad un contesto concreto, ovvero devono esser effettive, e conforme al tipo di regime che caratterizza la società.
Le leggi sociali sono quelle che naturalmente si generano all'interno di una società, spontanee e senza un atto creativo, senza la volontà, è tutto naturale, quindi non è artificio.
Le leggi sociali possono essere: naturali, divine, ecclesiastiche, generali, di conquista, civile o domestica.
Per Montesquieu le società nascono grazie alla spontanea socievolezza degli individui, i quali sono portati a stare insieme, senza la necessità di ricorrere ad un patto.
Le leggi positive invece sono quelle approvate dal sovrano, che si determinano in una società caratterizzata dalla disuguaglianza e dal conflitto, e servono a regolare i rapporti tra gli individui o tra gli Stati:
a) Delle Genti - Regola i rapporti internazionali
b) Generali - Diritto pubblico, regola rapporti tra governanti e governati
c) Civile - Regola i rapporti tra i cittadini
FORME DI GOVERNO
Questa importante triade è caratterizzata da una natura, che riguarda la struttura del governo e da un principio, che è quello che la fa agire. Qualora uno di questi principi venga meno, si apre il processo di corruzione dello Stato e soprattutto dei valori sui quali si basa:
a) Repubblica: Democratica o Aristocratica - Virtù e Moderazione
b) Monarchia: Uno a potere che esercita la sovranità tramite leggi stabili e fisse - Onore
c) Dispotismo: Uno al potere che esercita il potere senza alcun controllo - Terrore
DIVISIONE DEI POTERI
Per Montesquieu la libertà consiste nella esistenza delle leggi e nella certezza della loro applicazione.
Fondamentale ad uno Stato tuttavia non è solo la moderazione, bisogna garantire che i cittadini possano vivere tranquillamente, in modo da impedire eventuali abusi di poteri, da quei nasce la teoria della divisione dei poteri:
Ciò riguarda l'equilibrio tra chi fa le leggi e chi le applica, non occorre dunque ridurre il potere, bensì dividerli in modo da permettere ad ogni potere non solo di svolgere una precisa funzione ma anche di collaborare - pesi e contrappesi.
SPIRITO DELLE LEGGI 1748
L'obiettivo è quello di sistemare, osservare, analizzare e catalogare fenomeni, per poi applicarli alla società, era convinto che le società fossero moltissime e che quindi bisognava classificarle in modo da riuscire a studiarle al meglio. La sua intenzione era mettere in luce il processo di decadenza, decadance, che prima o poi colpisce ogni società nel mondo.
Ogni società è esposta alla decadenza, con chiaro riferimento alla la monarchia francese del suo tempo, e quindi per spiegare e capire al meglio i motivi di tale crisi, occorreva capire innanzitutto come la società funziona.
Lui è convinto che le leggi siano tra loro connesse in un sistema inizia a trattare le leggi sociali le quali sono relative, ossia ogni luogo ha le sue proprie leggi legate alle particolari caratteristiche di ogni società come economia, dimensione, religione ecc.
Le leggi devono essere buone leggi e devono essere applicate ad un contesto concreto, ovvero devono esser effettive, e conforme al tipo di regime che caratterizza la società.
Le leggi sociali sono quelle che naturalmente si generano all'interno di una società, spontanee e senza un atto creativo, senza la volontà, è tutto naturale, quindi non è artificio.
Le leggi sociali possono essere: naturali, divine, ecclesiastiche, generali, di conquista, civile o domestica.
Le leggi positive invece sono quelle approvate dal sovrano, che si determinano in una società caratterizzata dalla disuguaglianza e dal conflitto, e servono a regolare i rapporti tra gli individui o tra gli Stati:
" Ogni società sviluppa leggi e regole proprie, tuttavia hanno bisogno delle leggi dello Stato, poi le società sono ingiuste, quindi si ha la tendenza alla conflittualità, quindi necessita delle legge positive"
a) Delle Genti - Regola i rapporti internazionali
b) Generali - Diritto pubblico, regola rapporti tra governanti e governati
c) Civile - Regola i rapporti tra i cittadini
FORME DI GOVERNO
Questa importante triade è caratterizzata da una natura, che riguarda la struttura del governo e da un principio, che è quello che la fa agire. Qualora uno di questi principi venga meno, si apre il processo di corruzione dello Stato e soprattutto dei valori sui quali si basa:
a) Repubblica: Democratica o Aristocratica - Virtù e Moderazione
b) Monarchia: Uno a potere che esercita la sovranità tramite leggi stabili e fisse - Onore
c) Dispotismo: Uno al potere che esercita il potere senza alcun controllo - Terrore
DIVISIONE DEI POTERI
Per Montesquieu la libertà consiste nella esistenza delle leggi e nella certezza della loro applicazione.
Fondamentale ad uno Stato tuttavia non è solo la moderazione, bisogna garantire che i cittadini possano vivere tranquillamente, in modo da impedire eventuali abusi di poteri, da quei nasce la teoria della divisione dei poteri:
"Se la fine dello Stato è la libertà politica, bisogna che i poteri siamo tre e tra loro divisi"
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