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Grande Guerra: Fronte Interno


Nel periodo tra 1914 e 1918 ci fu un aumento delle risorse destinate al mantenimento dell’impegno bellico, ciò rese necessario l’intervento dello Stato che ne regolasse e controllasse la diffusione, fu allora che in netto contrasto con le teorie liberiste, lo Stato passò ad intervenire sempre di più nella sfera economica.

“Una guerra lunga, impegnativa e costosa come quella che si stava combattendo poteva essere sostenuta solo dall'intervento pubblico, l’unico in grado di attivare e gestire le energie disponibili.”

DONNE

Con la partenza degli uomini al fronte di guerra, lo Stato dovette cercare un modo per mantenere alta la produttività, mentre Francia e Inghilterra si affidarono alla manodopera di persone provenienti dalle colonie, l’Italia si affidò alle donne, bambini in età pre militare e ai prigionieri di guerra, i quali lavoravano 10-12 ore al giorno in condizioni molto difficili tuttavia ogni protesta veniva repressa, gli uomini venivano arrestati e mandati sul fronte militare mentre le donne venivano multate, sospese o licenziate.

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Con la partenza degli uomini, le donne divennero i veri pilastri della vita sociale e famigliare, poi passarono a svolgere mestieri che prima spettavano agli uomini e ciò contribuì non solo alla femminilizzazione del mercato del lavoro ma anche alla riduzione del divario tra uomo e donna.

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Tuttavia con la fine della guerra molte donne decisero di tornare fra le murre domestiche:
-          - Ripristino Sociale
-          - Ritorno dei reduci
-         -  Emergenza era finita

PROTESTE E RIVOLUZIONI

Le ingenti spese belliche fecero con che l’inflazione aumentasse, il che accentuò il malcontento della popolazione, portando a ribellioni, saccheggi e razzie. Occorre però ricordare che nonostante il loro malcontento, la popolazione cercò sempre e comunque di aiutare i propri combattenti.

Questo malcontento in Russia portò a Febbraio alla Rivoluzione Russa, volta a porre fine alle ineguaglianze e all'oppressione, fu allora che Nicola II si trovò costretto ad abdicare portando alla formazione di un Governo provvisorio, il quale però decise non di non abbandonare il conflitto ma soltanto di ridurre lo sforzo bellico.
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Per la Germania era fondamentale l’uscita della Russia dal conflitto, quindi decisero di giocare una carta molto delicata, ossia facilitare il ritorno in patria di Lenin, in modo da innescare il caos.

Il loro piano funzionò, il Governo provvisorio dovette fare i conti non soltanto con la loro incapacità di rispondere ai bisogni della popolazione ma anche con l’avanzare nei consensi dei Bolscevichi i quali invocavano la fine del conflitto e la distribuzione di terre.

Fu così che a Ottobre scoppia la Rivoluzione Bolscevica che portò all'immediata uscita della Russia dal conflitto, tramite la Pace Brest- Litovisk alla Germania venne riconosciuta Ucraina, Crimea, Bielorussia, paesi Baltici, Finlandia, Polonia e Romania.

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PROPAGANDA E STAMPA

Nel periodo tra 1914-1918 la propaganda venne utilizzata in modo da accrescere l’appeal, incentivando la partecipazione dei cittadini alla vita dello Stato.
In Italia, nel 1915, Salandra invitò la popolazione ad adempiere quelli obblighi che la partecipazione del conflitto imponeva.

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Anche la stampa divenne un importante strumento, volto non più a dimostrare la verità, ma a nasconderla, fabbricandone nuove, in modo da non compromettere gli sforzi bellici.
In Italia la stampa dovette conformarsi all'intervento militare in modo da superare i veti imposti da Cadorna, ma questo accentuò il malcontento tra i combattenti, i quali vedevano la guerra rappresentata in modo idealizzato e idilliaco, quindi non si sentivano compressi.

“La verità l’abbiamo noi, davanti ai nostri occhi”

Occorre però ricordare che le sorti del conflitto dipendevano anche dalla tenuta del fronte interno, per questo motivo la guerra spesso veniva banalizzata ed inserita in un contesto famigliare.

PROGETTI SOVVERSIVI

Già dal 1914 i socialisti erano visti come il nemico da combattere, un elemento disgregante quindi ogni loro azione veniva considerata un tradimento, nonostante i socialisti europei, a Zimmerwald avessero adottato come moto “Una Pace senza annessione né riparazioni”

In Italia, i socialisti dovettero fare i conti anche loro con l'ostilità e diffidenza, nonostante il moto “Né aderire né sabotare”, inoltre venivano accusati di aver firmato un accordo i filo giolittiani. (Ricordiamo però che il PS non adottò mai atteggiamenti anti patriottici, anzi dopo la sconfitta di Caporetto si rivelarono molto collaborativi – ndr)

Tale ostilità insieme alla debolezza della Camera e dei Governi Salandra e Baselli, contribuirono a diffondere la convinzione secondo la quale Cadorna fosse l’unico duce in grado di garantire all'Italia fiducia e progresso.

“L’unico uomo che avrebbe potuto trasferire all'intero paese l’inflessibile disciplina e fiducia nella volontà con cui governava con successo il fronte militare.”

PRIMA GUERRA E FASCISMO

La prima guerra contribuì a superare l’isolamento e l’individualismo verso l’affermazione della collettività, che però venne estremizzata al punto di porre le basi ai regimi totalitari.

In Italia nel periodo tra 1915-1918 ci furono una serie di iniziative e progetti volti ad incentivare una totale partecipazione dell’individuo alla vita dello Stato, basta pensare al famoso Decalogo sull'Italiano stampato a Genova nel 1917.

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Tutto questo contribuì a porre le basi al regime fascista, fornendo inoltre una ricca risorsa dalla quale il Fascismo poteva attingere nel perseguimento del suo obiettivo di unità nazionale.

“Lo Stato non doveva presentarsi più secondo i vecchi schemi, ma come un arsenale, dove ognuno e tutti lavorano in vista di un obiettivo comune.” – Benito Mussolini.

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