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La rappresentanza politica


Il termine "rappresentanza" ha due significati:
a) agire per conto di, tramite un mandato
b) qualcuno che fa vivere qualcosa che non c'è in un determinato ambito.
L'accezione moderna del termine rappresentare è la seconda, poi la prima era tipica del Parlamento Medievale dove il rappresentante era tenuto ad agire negli interessi del rappresentato - Rappresentanza di Interessi.

Con lo Stato Liberale nacque una nuova nozione del concetto di rappresentanza, poi finì per cancellare i corpi intermedi vedendo la società come composto da singoli individui uguali davanti alla legge, pertanto la nuova rappresentanza doveva soddisfare le esigenze dell'intera collettività, quindi già con la Costituzione Francese del 1791 la sovranità venne tolta dal Re ma non affidata al popolo, bensì alla nazione, la quale non potendo operare in prima persona, esercitava i suoi poteri in modo rappresentativo:

a) Parlamento decide nel nome della Nazione, quindi bisognava incentivare l'elettorato attivo, anche se esso era riservato alle classi più ricche, il che cambiò soltanto con il suffragio universale.
b) Parlamento doveva agire nell'interesse della collettività, quindi non poteva essere condizionato dagli elettori - Divieto di Mandato Imperativo.


RAPPRESENTANZA POLITICA NELLO STATO DI DEMOCRAZIA PLURALISTA

La rappresentanza politica storica aveva una base sociale molto ristretta nonostante l'autonomia del rappresentante e il divieto di mandato imperativo. Il problema era quindi come assicurare la capacità del sistema di decidere e quindi governare senza che venga meno la legittimazione democratica dello Stato? La risposta è semplice, cioè bisogna unire le due definizioni di "rappresentanza" ossia come mandato e come esercizio autonomo:

a) Stato dei Partiti - Il primo esempio fa leva sulla doppia virtù dei partiti, ovvero la loro capacità di assicurare un rapporto stabile con gli elettori, mantenendo l'autonomia del rappresentante rispetto al rappresentato. Quando si parla di "crisi dei partiti" s'intende la difficoltà che i partiti incontrano sul versante dei rapporti con la società, infatti il successo dei partiti dalle origini era quel rapporto privilegiato con una singola classe sociale, ma con le società moderne divenne impossibile la distinzione in singole e riconoscibili settori, fu allora che i partiti non riuscirono più ad assicurare la loro rappresentanza nella società, quindi quel rapporto s'interrompe, determinando nella perdita dei consensi; con lo Stato di democrazia pluralista ci fu quella crisi nella loro capacità decisionale - sovraccarico di domanda e ingovernabilità.

b)Rafforzare il Governo e l'Investitura Popolare

c) Neo-corporativismo - Ipotizza la creazione di una struttura rappresentativa di economie, mestiere e professioni, la quale dovrebbe prendere il posto del Parlamento; durante il Fascismo il Parlamento venne soppresso e venne istituita la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, composta da 600 membri, non eletti bensì scelti in base alla loro posizione all'interno del partito. Nello Stato di democrazia pluralista, questi assetti corporativi sono diversi, poi non sostituiscono il Parlamento, ma lo affiancano, dando origine ad un rapporto triangolare tra Governo - Parlamento - Sindacati.


DEMOCRAZIA DIRETTA E RAPPRESENTATIVA

Il popolo esercita direttamente  il potere decisionale, negli Stati di democrazia pluralista ci si fa affidamento ai sistemi rappresentativi, con l'obiettivo di assicurare la partecipazione popolare alle decisioni che riguardano la collettività: a) Petizione   b) Referendum  c) Iniziativa Legislativa Popolare.


SEPARAZIONE DEI POTERI

Ha come principale obiettivo quello di tutelare la libertà altrui. Ciò venne ipotizzato da Montesquieu nell'opera " Lo Spirito delle Leggi" dove sosteneva che se la fine dello Stato era la libertà politica, i poteri dovevano essere 3 e tra di loro distinti nel legislativo, giudiziario e esecutivo.

a) Ogni potere quindi svolge una distinta funzione, tale separazione è fondamentale per evitare che si concentrino nelle mani di un unico soggetto;
b) Nonostante siano distinti, dovono poter condizionarsi a vicenda, tramite precise controlli che da origine al sistema di Pesi e Contrappesi.

Con lo Stato di democrazia pluralista il concetto di separazione dei poteri conobbe un cambiamento dando origine ad un quarto potere ossia quello dell'indirizzo politico, che permette di determinare linee fondamentali d'orientamento politico dello Stato.

REGOLA DELLA MAGGIORANZA

Ha 3 principi fondamentali: Funzionale, Rappresentativo e di Organizzazione Politica

La regola della maggioranza è uno strumento con il quale i più erano tutelati dalla tirannia dei pochi, collocando tutti gli individui in una posizione di uguaglianza, tuttavia è anche il contrario, cioè un modo per eliminare i meno, poi la maggioranza può adottare dei provvedimenti volti ad eliminare la minoranza, le quali possono rispondere ribellandosi e non riconoscendo più la legittimità dello Stato, per questo è fondamentale che la maggioranza garantisca la sopravvivenza delle minoranze.

DEMOCRAZIA MAGGIORITARIA: Principio di organizzazione politica si basa sulla contrapposizione tra due partiti o coalizioni, le quali lottano durante la campagna elettorale, quindi gli elettori possono scegliere uno o l'altro, creando questa distinzione tra la maggioranza/ governo  e la minoranza/opposizione, la quale attuerà un controllo politico in modo da impedire la nascita di una tirannia della maggioranza.

DEMOCRAZIA CONSOCIATIVA: Tipologia che incentiva gli accordi tra i partiti, i quali durante la campagna elettorale lottano ma che dopo le elezioni cercano di concludere accordi per la formazione del Governo, arrivando così ad importanti compromessi politici.




PS: Tanti auguri nonna, ti amo 

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