Questo programma si basava su 3 punti: Giustizia più equa, ridimensionalizzazione della Chiesa e smantellamento dei privilegi.
Per molti secoli l'Europa cristiana era avvolta da una luce divina, l'assolutismo monarchico introdusse una nuova luce, un sole laico, che apriva la strada alla ragione e alla cultura.
Questo fu determinando nella nascita di un nuovo filone di pensiero, l'Illuminismo, che nacque a Parigi. Fondamentale fu l'impresa editoriale delle Encyclopedie (1751-1765), un vero e proprio dizionario del sapere basato sulla ragione e sul metodo scientifico.Suoi promotori erano i philosophes, i quali non erano esperti di una determinata materia ma generalisti del sapere, dunque erano chiamati anche intellettuali.
La cultura laica e razionale divenne una vera bandiera per la quale battersi guidata da una convinzione: passione laica e civile doveva guidare la contesa per il Governo per il benessere dell'interra collettività.
L'Illuminismo si basava su 4 punti: Razionalità, Felicità, Libertà e Tolleranza, dunque ebbe un rapporto ambiguo con il progetto monarchico, in quanto da un lato lo sosteneva - razionalità e felicità - dall'altro invece lo osteggiava - era impensabile escludere i cittadini dalle decisioni statali.
PUNTO 1 - GIUSTIZIA PIU' EQUA
La legge non era più consuetudine della rivelazione divina, ma della contrattazione umana.
Non era codice divino ma della natura e per questo prevalere sule altre con imperscrutabile razionalità.
Occorre ricordare che in molti Stati erano presenti delle giustizie signorili, cui tribunali signorili, sottraevano gran parte del potere giudiziario dalla potestà statale, basta pensare che anche la Chiesa aveva i suoi tribunali.
Questo pluralismo tuttavia determinava in una frammentazione giudiziaria che ostacolava il suo corso libero e razionale mentre gli aspetti di crudeltà, punizione e disumanità la allontanavano dai valori di clemenza e umanità.
Questi ultimi erano valori che non avevano un costo molto elevato ad sovrano, il quale delegava la funzione punitrice ai giudici e magistrati, mali offriva un enorme vantaggio politico- poteva mettere in difficoltà e compromettere l'immagine dei magistrati e d'immagine - avvolgeva la sua figura da un'aurea divina e di clemenza.
PUNTO 2 - RIDIMENSIONALIZZAZIONE DELLA CHIESA
Imperatori e Re contrari al potere temporale del Papa potevano contare con una piccola minoranza all'interno della Chiesa, i c.d gianseniti.
Nel '600 i giansenisti erano stati combattuti da Luigi IV in quanto promuovevano la responsabilità individuale dunque si dimostrarono poco propensi alla subordinazione alla chiesa e allo Stato, ciò può essere spiegato dal fatto che avevano un enorme rispetto per gli insegnamenti di Gesù - il mio Regno non è di questo mondo - dunque erano sostenitori della non ingerenza della Chiesa nella vita dello Stato e viceversa, ognuno era autonomo e libero all'interno delle rispettive sfere d'influenza.
Dall'altro lato abbiamo invece i gesuiti della Compagnia di Gesù, fedeli alla Santa Sede e quindi si opponevano a qualsiasi tentativo di mettere in discussione la sovranità e autorità della Chiesa e del Pontefice.Sarebbe tuttavia del tutto sbagliato affermare che i gesuiti fosse estranei alla vita dello Stato, in quanto appartenevano ad un gruppo colto, ricco, che formava gran parte delle future classi dirigenti all'interno dei propri collegi, oltre ad essere confessori di consiglieri e ministri, riuscendo in questo modo ad influire sulle decisioni politiche, capacità che i giansenisti, avendo un enorme rispetto per lo Stato, avevano rinunciato.
Inoltre, occorre ricordare che la Chiesa aveva da sempre offerto riparo, conforto e giustificazione ad ogni disuguaglianza e discriminazione.
Quel mondo, che era sempre stato accettato e comprensibile in quanto strutturato gerarchicamente da Dio, era ora messo in crisi da tendenze egualitarie e razionali, che potevano aver delle ripercussioni dal punto di vista della subordinazione popolare.
Per cui, vi erano due correnti contrapposte, quella delle masse - bisogno di religiosità e misticità - e quelle delle élite - bisogno di scientificità e razionalità.
Ciò spinse i dirigenti politici a ripensare la regione, dal punto di vista dell'ordine pubblico era determinante, ma era del tutto inutile dal punto di vista della formazione del pensiero moderno, per cui iniziarono a ripensare Dio stesso, ora visto come un grande orologiaio che dopo aver creato il mondo ne rimaneva da parte: Deismo - Teoria filosofico-religiosa, elaborata spec. durante l'età dell'Illuminismo, che ammette l'esistenza di un principio razionale divino, inteso come entità trascendente, rifiutando però ogni forma di rivelazione.
PUNTO 3 - SMANTELLAMENTO DEI PRIVILEGI
Il terzo e ultimo punto del programma prevedeva lo smantellamento die privilegi soprattutto fiscali, per ciò era necessario imporre il pagamento di tasse più eque, più giuste e a tutti, secondo il principio di uguaglianza davanti alla legge.
Il problema era che il sistema fiscale era basato sul principio di ripartizione - processo gestito dai rappresentanti delle classi privilegiate e che dunque erano portati a far i loro interessi - era necessario stravolgere questo assetto mediante l'introduzione del principio di quotità.
I proprietari terrieri e fondiari, preoccupati in quanto vedevano minacciati i propri privilegi, iniziarono a rivendicare due nuove libertà, a maggior ragione ora che dovevano pagare le tasse come tutti:
1. Diritto di recintare le terre dunque sottraendole dall'uso comune
2. Diritto di vendere il grano ad un prezzo non controllato
Ribadivano la necessità di far fronte ad un eventuale aumento dei prezzi in quanto ciò avrebbe reso più conveniente l'investimento agricolo, aumentando la produzione e quindi il benessere collettivo.
Questa mentalità diede vita ad un nuovo filone della Fisiocrazia, coloro che ritenevano che solo l'agricoltura avrebbe potuto generale nuove ricchezze, contrari dunque alla politica mercantilistica.
Accettavano l'eventuale aumento della tassazione purché fosse assicurato la liberalizzazione del mercato.
La liberalizzazione ebbe l'effetto atteso: l'aumento del prezzo del grano e quindi del pane, il che gettò le masse popolari in una condizione di abbandono e sconforto. Questo loro malcontento poteva suscitare disordini sociali, il che spiegherebbe come mai i giudici e i magistrati fossero contrari alle idee della fisiocrazia, non solo in quanto andava a colpire i loro privilegi, ma soprattutto perché sarebbero stati loro chiamati a ripristinare l'ordine sociale pertanto preferivano una tassazione iniqua, bassa ma stabile piuttosto che una tassazione progressista che avrebbe gettato, almeno nel breve e medio periodo, la società nel caos.
Il Re, di fronte a queste resistenze e opposizioni, decise di rivolgersi alla popolazione - nonostante i rischi - per cui passò a confrontarsi con i rappresentanti sociali e coloro delegati a parlare.
Questo diede via alla monarchia amministrativa, una via di mezzo tra monarchia assoluta e regime costituzionale, nel quale il Re era affiancato da una macchina burocratica e impersonale.
Il passaggio successivo fu l'istituzionalizzazione delle assemblee rappresentative mediante il riconoscimento, non di grandi poteri statali ma di amministrazione degli enti e organi locali.
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