Nonostante la rivoluzione del '600 l'Inghilterra riuscì non sono a conservare ma addirittura a rafforzare la sua assemblea rappresentativa. Il Parlamento Bicamerale divenne un luogo di confronto tra coloro che la rivoluzione l'avevano fatta e coloro che invece la rivoluzione l'avevano osteggiata, oltre ad essere uno strumento in grado di limitare l'arbitrarietà del potere regio.
Due erano gli schieramenti politici:
a. Torries - Insorti cattolici irlandese sostenitori dell'assolutismo monarchico, secondo loro il Re era assoluto, il che faceva del Parlamento il luogo nel quale i rappresentanti delle categorie sociali potevano dialogare, non governare, con il Re.
b- Whigs - Briganti scozzesi di tradizione tribale e protestante, che nulla volevano aver a che fare con la cultura anglicana. Secondo loro la sovranità del Re derivava da un'accordo tra Re e sudditi, dunque il Parlamento era il luogo nel quale questo accordo era stato raggiunto e veniva legittimato.
Non erano ancora dei veri e propri partiti politici tuttavia il loro radicamento territoriale e la loro complessità ideale faceva di loro portavoce delle istanze sociali.
L'evento che contribuì ad inasprire i loro rapporti fu l'esclusione dalla linea di successione del Re Cattolico Giacomo II e di suo figlio Giacomo Edoardo, una battaglia sostenuta dai Whigs i quali ritenevano che un Re cattolico avrebbe determinato la fine della tolleranza religiosa e della centralità del Parlamento.
Salì al trono Guglielmo d'Orange e subito attorno alla nuova casa reale si affollarono i vincitori dei Whigs, i quali da sempre lontani dalla vita di corte dovettero assumere stili di vita e mentalità tipica di un court party, mentre i Tories relegati all'opposizione dovettero assumere caratteristiche di un country party, il che contribuì ad arricchire ulteriormente il panorama politico inglese.
Con la morte di Gugliemo, salì al trono la Regina Anna la quale però non lasciò eredi in vita dunque il Parlamento, con l'Act of Settlement del 1701 chiamò al trono il Principe tedesco George I di Hannover.
"The main aim of this legislation was to ensure a Protestant
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
L'Inghilterra fu protagonista di un evento che segnerà la storia mondiale: rivoluzione industriale
La domanda sorge spontanea: come mai l'Inghilterra della regina Anna, popolata da 6 milioni di abitanti e con un agricoltura basata sugli enclosures - campi aperti e poco produttivi destinati all'allevamento e alla produzione di lana che costituiva quasi la metà delle esportazioni nazionali, riuscì ad esserne protagonista di questo episodio?
Perché:
1. Era la più vasta area di commercio in Europa
2. La politica mercantilista ha permesso lo sviluppo del trasporto marittimo favorendo gli scambi internazionali e dunque promuovendo la circolazione di merci e capitali all'interno del territorio nazionale
3. Era all'avanguardia culturale e innovativa
I fattori che contribuirono furono dunque: Aumento demografico, sviluppo agricolo, potenziamento del sistema finanziario e bancario e infine l'innovazione tecnica e scientifica.
La rivoluzione si verificò inizialmente nel settore tessile in quanto produceva beni di prima necessità e richiedeva un investimento iniziale modesto, per successivamente coinvolgere anche il settore energetico.
Inizialmente la produzione manifatturiera si basata sul c.d putting out system, un sistema elastico che permetteva da un lato il mercante-imprenditore di aggirare i vincoli e gli obblighi di legge, dall'altro permetteva ai lavoratori agricoli di occupare i tempi morti della campagna e di sfruttare la manodopera delle donne e dei bambini non adatti al lavoro nei campi.
In un primo momento dunque i telai manuali e le mules jennies erano a domicilio del lavoratore, ma con l'avvento del telaio meccanico divenne più conveniente concentrarli in questi grandi capannoni industriali dove venivano alimentati dalla macchina a vapore, il che ha reso il lavoro manuale ripetitivo, continuato e semplice, dunque adatto alle donne, bambini e chiunque fosse disposto a lavorare in quelle condizioni e a quella retribuzione, condizioni inaccettabili ad un artigiano esperto.
Le fabbriche ebbero inoltre un fondamentale ruolo ideologico in quanto luogo di detenzione e deterrenza.
Fin dal '500 era in vigore una legge sui poveri: i quali erano distinti tra invalidi - dunque assistiti dalla chiesa - e coloro in grado di lavorare - dunque costretti ad una qualsiasi attività lavorativa. Il problema era che non vi era un luogo nel quale costringerli al lavoro, l'avvento delle fabbriche offrì una risposta questo problema diventando un luogo di deterrenza alla mendicità, oziosità, alcolismo.
Con l'avvento delle fabbriche si verificò:
- Svuotamento delle campagne, i lavoratori manuali a domicilio persero il lavoro e furono costretti a cercare condizioni lavorative migliori nelle fabbriche.
- Questo esodo dalle campagne determinò nella nascita di agglomerati abitativi attorno alle fabbriche, le quali però nacquero in condizioni di promiscuità, violenza, criminalità e degrado.
Per scongiurare un peggioramento delle condizioni sociali, fu necessario rivedere la Legge sui poveri attraverso la Spleenhamland Act del 1795: le chiese dovevano integrare il salario dei lavoratori, ciò contribuì a frenare il degrado urbano ma determinò anche in un'arresto della competitività, in quanto gli imprenditori potevano mantenere bassi i salari, ma questo comportava la necessità di finanziare le Chiese
STATI UNITI
Molti di loro potevano cercare la propria fortuna in una delle colonie britanniche in America, i più poveri pagavano il proprio viaggio e le spese di inserimento alienando la propria libertà per un determinato periodo di tempo, dopo il quale riacquisendo la propria libertà sarebbero stati in grado in molti casi di acquisire una proprietà: redemptioners
Le colonie erano 13 e molte di loro intraprendevano diversi scambi commerciali:
- commercializzavano pellicce con i nativi lue quali venivano poi esportate in Europa
- diverse navi cariche di pesce essiccate partivano per le Antille, dove venivano scambiati per rum o zucchero, seguivano poi verso l'Africa in cambio di schiavi oppure verso l'Europa per poi ritornare in America con una nuova liquidità di capitale da reinvestire.
Il problema era che questi scambi erano illegali in quanto solo la Madre Patria poteva commercializzare con l'estero.
Inizialmente gli inglesi avrebbero anche potuto chiudere un occhio tuttavia si stava diffondendo la convinzione della centralità del Parlamento, il quale gode della rappresentanza virtuale di tutti i sudditi, inclusi dei coloni, i quali però non erano rappresentati in Parlamento.
I coloni invece erano fautore della rappresentanza diretta, avevano in effetti già istituito delle assemblee rappresentative, inoltre rivendicavano alcune libertà ad esempio: 1. Espandersi ad Ovest 2. Intraprendere scambi con i nativi 3. gestire liberamente il proprio gettito fiscale 4. commercializzare con le Antille.
Elementi ai quali l'Inghilterra non era disposta a fare concessioni.
Ciò che contribuì ad inasprire i loro rapporti fu la guerra contro la Francia: l'Inghilterra per risanare il bilancio statale decise di accentuare la pressione fiscale delle colonie (ribadivano che quella guerra era stata combattuta anche per difendere le colonie) oltre ovviamente al fatto che gli imprenditori inglese non erano intenzionati a condividere con i coloni i privilegi derivanti dalla vittoria.
Per cui misero un atto alcune misure fiscali:
- 1763: Divieto di espandersi al di la degli Appalachi
- 1764: Dimezzata la tassa sullo zucchero anche se venne introdotto una clausola che ne garantiva la riscossione
- 1765: Tassa sul bollo
I coloni erano contrari a queste misure in quanto sostenitori del principio di no taxation without rapresentation, dunque affermavano che il Parlamento inglese non avesse alcun diritto a tassare le colonie per cui decisero di dar inizio ad una serie di proteste e manifestazioni, alle quali gli inglesi risposero con intransigenza: chiusero il porto di Boston e sciolsero le assemblee rappresentative.
Nel 1774 venne convocata a Filadelfia la Prima Convenzione Continentale volta a trovare una soluzione a questa crisi che garantisse maggiori autonomie alle colonie, preferibilmente all'interno dell'Impero in quanto le correnti indipendentistiche non erano ancora molto diffuse, gli inglesi tuttavia si dimostrarono inamovibili.Nel 4 luglio del 1779 la Convenzione approvò la Dichiarazione di Indipendenza
"We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.—That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed,—That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying its foundation on such principles and organizing its powers in such form, as to them shall seem most likely to effect their Safety and Happiness."
A questo punto gli inglesi erano in difficoltà, era vero che controllavano le grandi città ma erano costantemente assediati nei piccoli insediamenti avendo già subito una pesante sconfitta nella Battaglia di Saratoga nel 1777, successivamente intervennero nel conflitto francesi e spagnoli in favore degli americani fino a che nel 1781 gli inglesi non si trovarono costretti ad arrendersi, riconoscendo nel 1783 a Parigi l'indipendenza delle colonie.
Si presentò una nuova questione:quale assetto politico adottare?
I due schieramenti erano:
- Repubblicani: Sostenitori della democrazia diretta, actual rapresentation e della vicinanza tra governo e governanti, intendevano assicurare la sovranità a tutte le 13 colonie.
- Federalisti: Intendevano creare uno Stato forte che si sostituisse all'Impero, attraverso un governo centrale che riconoscesse determinati poteri alle colonie, evitando così il loro isolamento politico, economico e sociale che determinerebbe nella frammentazione nazionale indebolendo la neo conquistata indipendenza.
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