Per Hobbes l'uomo vive nella perpetua ricerca di soddisfazione dei propri interessi e desideri, ricerca senza tregua che cessa solo con la morte. In questo ipotetico stato di natura, lui infatti non è certo quando ciò abbia avuto luogo a differenza di Locke che vedremo più avanti, vede gli uomini sottoposto solamente ai loro interessi e desideri, ciò li rende atti ad aggredirsi e a distruggersi, per questo motivo lo stato di natura corrisponde allo stato di guerra.
Ciò viene accompagnato da un continuo timore che li assale, paura dovuta non solo alla probabilità di perdere beni e oggetti conquistati ma anche di essere a loro volta vittime della violenza degli altri, il che mette a rischio la loro stessa esistenza, caratterizzata dalla paura di morte violenta.
Lo stato di natura hobbisiano è quindi uno stato in cui tutti hanno diritto a tutto, dove devono soddisfare i loro desideri con ogni mezzo possibile, questo li porta di conseguenza a vivere in un costante allarmismo, nella paura di rimanere a loro volta vittime dei desideri altrui, la soluzione a questa condizione è appunto quella di convincersi della necessità di uscire dalla stato di natura, rinunciando ai propri diritti in modo da garantire pace e sicurezza.
Da qui nacque il patto, con il quale consegnano al Leviatano, tutti i loro diritti naturali, ma in cambio quest'ultimo deve assicurare la loro pace e sicurezza.
Si viene a formare una condizione artificiale, cioè uno Stato per Istituzione, dove il Sovrano è superiore a tutto e a tutti, e nessuno vi può resistere. Questa persona artificiale, nel nostro caso il Leviatano, rappresenta tutti coloro che abbiano concluso il patto, infatti tutti gli individui si riconoscono come autori delle sue azioni, quindi esso è un semplice attore che recita una parte che gli autori, ossia i sudditi, gli hanno affidato.
Leviatano è libero di esercitare questo potere e nessuno vi può resistere, quindi sono liberi solamente dove il sovrano nacque. Per aiutarvi, immaginare una catena che parte dalla bocca del Sovrano e arriva alle orecchie dei suoi sudditi, pertanto solamente qualora il Sovrano non si esprima, è quando i sudditi sono veramente "liberi", concetto strano se pensiamo alla forma assolutista che lo Stato ha assunto.
Fondamentale ricordare che affinché il patto sia valido, bisogna che tutti rinuncino ai propri diritti, altrimenti non potrebbero vivere in pace, poi sarebbero ancora minacciati da coloro che non hanno rinunciato ai diritti naturali aderendo al patto.
GUERRA
La guerra è inevitabile, quindi non esiste una pace eterna o una tregua che duri nel tempo; la guerra deve quindi essere utilizzata per assicurare il benessere dello Stato, tramite la conquista.
La conquista porta alla dissoluzione del patto concluso tra sudditi e Sovrano nello Stato conquistato, e viene concluso un nuovo contratto con lo Stato vincitore, la differenza è che adesso si sottomettono non per garantire la loro sicurezza ma per terrore.
La guerra e la conquista sono due cose esterne che portano alla dissoluzione di uno Stato, ma esiste anche una causa interna, che Hobbes chiama col nome di "infermità dello Stato", qualora i desideri personali vengano a prevalere, mettendo a rischio lo Stato stesso e la sovranità del Leviatano, ciò porta al scioglimento del patto e si ritorna allo stato di natura, ovvero si ritorna a quella condizione di terrore e ansia.
Ciò viene accompagnato da un continuo timore che li assale, paura dovuta non solo alla probabilità di perdere beni e oggetti conquistati ma anche di essere a loro volta vittime della violenza degli altri, il che mette a rischio la loro stessa esistenza, caratterizzata dalla paura di morte violenta.
"Ogni uomo è lupo per ogni altro uomo"
Lo stato di natura hobbisiano è quindi uno stato in cui tutti hanno diritto a tutto, dove devono soddisfare i loro desideri con ogni mezzo possibile, questo li porta di conseguenza a vivere in un costante allarmismo, nella paura di rimanere a loro volta vittime dei desideri altrui, la soluzione a questa condizione è appunto quella di convincersi della necessità di uscire dalla stato di natura, rinunciando ai propri diritti in modo da garantire pace e sicurezza.
Da qui nacque il patto, con il quale consegnano al Leviatano, tutti i loro diritti naturali, ma in cambio quest'ultimo deve assicurare la loro pace e sicurezza.
Si viene a formare una condizione artificiale, cioè uno Stato per Istituzione, dove il Sovrano è superiore a tutto e a tutti, e nessuno vi può resistere. Questa persona artificiale, nel nostro caso il Leviatano, rappresenta tutti coloro che abbiano concluso il patto, infatti tutti gli individui si riconoscono come autori delle sue azioni, quindi esso è un semplice attore che recita una parte che gli autori, ossia i sudditi, gli hanno affidato.
Leviatano è libero di esercitare questo potere e nessuno vi può resistere, quindi sono liberi solamente dove il sovrano nacque. Per aiutarvi, immaginare una catena che parte dalla bocca del Sovrano e arriva alle orecchie dei suoi sudditi, pertanto solamente qualora il Sovrano non si esprima, è quando i sudditi sono veramente "liberi", concetto strano se pensiamo alla forma assolutista che lo Stato ha assunto.
Fondamentale ricordare che affinché il patto sia valido, bisogna che tutti rinuncino ai propri diritti, altrimenti non potrebbero vivere in pace, poi sarebbero ancora minacciati da coloro che non hanno rinunciato ai diritti naturali aderendo al patto.
"O chi comanda ha in sé tutti i poteri, allora lo Stato esiste; oppure i poteri sono divisi e allora lo Stato non esiste"
La guerra è inevitabile, quindi non esiste una pace eterna o una tregua che duri nel tempo; la guerra deve quindi essere utilizzata per assicurare il benessere dello Stato, tramite la conquista.
La conquista porta alla dissoluzione del patto concluso tra sudditi e Sovrano nello Stato conquistato, e viene concluso un nuovo contratto con lo Stato vincitore, la differenza è che adesso si sottomettono non per garantire la loro sicurezza ma per terrore.
La guerra e la conquista sono due cose esterne che portano alla dissoluzione di uno Stato, ma esiste anche una causa interna, che Hobbes chiama col nome di "infermità dello Stato", qualora i desideri personali vengano a prevalere, mettendo a rischio lo Stato stesso e la sovranità del Leviatano, ciò porta al scioglimento del patto e si ritorna allo stato di natura, ovvero si ritorna a quella condizione di terrore e ansia.
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